Il Museo
Che cos’è il Museo Guatelli?
Le visite
Ettore ci parla del museo
Le definizioni date al museo nel tempo sono molte, diverse, a volte sorprendenti, spesso poetiche. Vengono da studiosi, accademici, artisti, letterati, scienziati, critici, registi, fotografi. Sono tante, quanti i punti di vista e le diverse “letture” cui il museo si presta. È questo, in fondo, un altro degli elementi del suo fascino e testimonia il valore e la profondità dell’opera. Abbiamo qui preferito che fosse Ettore stesso, con parole tratte dai suoi scritti, a presentare il suo museo. I testi in corsivo sono di E. Guatelli, tratti dal libro “Il Museo del tempo” di E. Guatelli e Paolo Candelari (Parma SEGEA, 1988).
Nascita di un museo
Nell’angolo estremo dell’aia, è rimasto un noce che nessuno sforzo è riuscito a rendere bello, ma continua a dare frutti saporitissimi. Lo avevamo trovato come piantina, in mezzo a dei vecchi tronchi, nato da un frutto, forse caduto da una gazza, e lo abbiamo trapiantato lì, dove è cresciuto. [...] La nascita del mio museo è analoga a quella della piantina di noce; dopo un inizio casuale ha cominciato a pretendere di avere un senso.
Museo testimonianza
Credo di essere stato spinto a raccogliere oggetti da una mentalità contadina , secondo cui “fa caso tutto, perché tutto può venire buono”. [...]
Principalmente l’ho fatto per amore di quelle cose che testimoniano di radici e di una civiltà che sono state sempre troppo trascurate dalla cultura ufficiale; per dimostrare che, per quanto i mezzi fossero limitati, l’ingegno umano poteva comunque essere esercitato. In una frase sola: per fare un monumento alla mia gente, per consentirle di ritrovarsi e di sentirsi degna di essere testimoniata concretamente. Sono andato dietro ad un istinto, come del resto faccio anche adesso.
Museo di un mondo (e, in fondo, è un mondo anche il museo)
Il museo vorrebbe proporsi in modo piacevole, vivace, quasi allegro, senza falsare la percezione di un “mondo” nei suoi molteplici aspetti concreti, attraverso le cose del nostro passato che son lì a guardare. La raccolta o collezione Guatelli, o Museo della Civiltà Contadina, come qualche volta è stato definito, è qualcosa di molto composito, ma fondamentalmente omogeneo, comprendente il complesso delle cose esposte, o ammassate o contenute in recipienti di varia natura e dimensione: casse, bugni, botti, tini, misure, capironi, bigonci, fusti, gabbie di torchi, mobili, vasi, borse, valigie, bauli. Ecc…Vi sono poi oggetti molto grandi, di legno, di ferro e di legno, che sono sparsi attorno alla casa, nel fienile, in cantina, sotto al portico, o attaccati alle travi e ai soffitti. [...]
Il museo si caratterizza principalmente per la quantità, la serialità, le varianti, la ricchezza tematica e qualitativa, il numero delle attività testimoniate,
Museo del Quotidiano
Direi che la mia raccolta può definirsi principalmente il Museo del Quotidiano; mi ero proposto di testimoniare tutto quello che è stato fatto e si fa per vivere e sopravvivere, per divertirsi e per curarsi, per difendersi e per proteggersi, per coltivare memorie, per propiziarsi Dio e deità.
Museo del riuso e del rattoppo
Molti oggetti in museo sono appartenuti alla mia famiglia e li ho usati io stesso. Posso allora parlare dal didentro delle condizioni di allora. Si era tanto costretti a non spendere [...] che, anche in tempo di motorizzazione, prima di sostituire un pezzo di macchina, lo si riparava mille volte, perdendo ugualmente tempo e denaro. Ma c’era l’illusione di non aver speso. [...]
Mia padre ispessiva tanto le maglie con pezze, che queste si tenevano insieme reciprocamente.
E mia zia era così esperta in rattoppi da non esserci buco che la vincesse. [...]
In museo ci sono scarpe con tre rappezzi, uno sopra l’altro. Ce n’è un’altra ulteriormente riparata con fil di ferro. C’è una coperta matrimoniale ricavata da un pastrano da alpino, meticolosamente rifatto e ricucito: è dono di Enrico Demonti, classe 1922; lui stesso l’aveva fatta per il letto dei figli.
Sono oggetti che testimoniano di condizioni generali, diffuse e al medesimo tempo naturali, anche se qualche volta portate all’estremo.